Almatò, i sapori della nuova tradizione
Almatò, i sapori della nuova tradizione
Gusti chiari, lineari, decisi: questa la filosofia gastronomica dell'elegante insegna del quartiere Prati che punta sul rispetto della 'nuova' tradizione e delle materie prime
Almatò, il progetto ristorativo nato nel gennaio 2020 e rapidamente divenuto un riferimento del panorama capitolino, dona nuova continuità alla sua evoluzione gastronomica grazie al riuscito connubio tra la ricerca creativa e il rispetto dei sapori della tradizione. Tommaso Venuti (chef), Manfredi Custureri (restaurant manager) e Alberto Martelli (socio e ristoratore), amici uniti dalla passione per il buon cibo, hanno dato vita a un locale che sin dagli inizi ha saputo distinguersi per l'originalità della proposta culinaria, in uno spazio curato nel dettaglio per risultare elegante e accogliente. Almatò (nome nato dall'unione delle iniziali dei tre soci) nel giro di pochi anni ha saputo evolvere divenendo un luogo di riferimento per gli amanti della buona tavola: "La nostra cucina è cambiata molto nel tempo: puntiamo su idee caratterizzate dall'unione tra ricerca e tradizione, lavorando ora su piatti dal gusto intenso e al tempo stesso raffinato, ma senza dimenticare chi siamo, portandoci quindi dietro il valore della tradizione" sottolinea Tommaso Venuti.
Continuando a scorrere il menu ci si imbatte nei secondi e in proposte come l'Anatra, porro e daikon, un riuscito omaggio all'autunno e alla cacciagione, un must per i tre soci del locale. Una lavorazione semplice origina un gusto deciso e consente di dar vita a un piatto ricco di contrasti grazie al porro, la maionese stout, la sapidità e croccantezza del daikon. Tra i dessert c'è uno dei manifesti gastronomici di Almatò: Gianni è un dolce unico, presente in menu sin dall'apertura del ristorante, un dessert che cambia seguendo il corso delle stagioni, una proposta imperdibile per i più golosi grazie all'abbinamento delle varie creme, che in autunno sono realizzate con burro d'arachidi, passion fruit e gianduia.
Almatò non è solo cucina: grande attenzione è dedicata al servizio di sala dal team guidato da Riccardo Robbio, maître e sommelier, campano classe 1989, giunto aquesta nuova sfida professionale dopo gli importanti trascorsi da Kai Mayfair a Londra, Imàgo all'Hassler, La Pergola Rome Cavalieri e Pipero a Roma. Un servizio informale ma professionale, empatico ma competente consente di curare i 18 coperti del locale proponendo interessanti abbinamenti grazie a una Carta dei vini da oltre 100 etichette, che guarda anche all'estero, in particolare Spagna e Nuova Zelanda, per una panoramica completa di referenze di pregio e di nicchia, scelte con la linea guida principale della qualità.
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