La Decima stagione del menù Declinazioni | alta cucina creativa di Paolo Griffa




 

La decima stagione

del menù di alta cucina creativa "Declinazioni"

di Paolo Griffa




Per la decima edizione, il menù Declinazioni di Paolo Griffa al ristorante stellato Petit Royal del Grand Hotel Royal e Golf, esplora una nuova dimensione di concetti e di temi. Sono viaggi introspettivi e passeggiate in Valle d'Aosta, souvenirs ed emozioni poste e veicolate attraverso piatti nuovi, rinnovate interazioni sala/ospite. Un percorso di alta cucina creativa che trasmette una sottile e vivifica gioia di vivere, persistente e stimolante.


Cartolina Démodée, Ricordi d'Estate - Declinazione del Menù I love Aosta. Dentro alla busta che viene consegnata al tavolo si trova una deliziosa cartolina che raffigura un semplice, soleggiato paesaggio di montagna croccante, morbido, al sapore di estate. I sapori e le sensazioni al palato cambiano nella progressione della degustazione, come cambia il paesaggio durante una passeggiata reale in Valle d'Aosta d'estate. Un formaggio morbido condito un coulis di erbe, polline, i capperi di aglio orsino caro allo chef...Le montagne sono di topinambur, il cielo è una crema di olio naturale colorato con olio essenziale di achillea e di camomilla naturalmente di colore blu.


L'incenso delle formiche nello chawanmushi caldo con dashi di montagna - Declinazione del Menù I love Aosta.

Un piatto ricco di concetti, prima delicato che si fa pungente nell'evolversi della degustazione, in interazione con i camerieri. Sotto una brunoise di polpa di radici e tuberi - pastinaca, scorza nera e topinambur-, un budino morbido di larice dove si staglia la sagoma di una formica fatta con pasta di mirtilli selvatici e aglio nero. Al tavolo viene accostato un braciere, dove un tizzone prontamente acceso brucia "l'incenso delle formiche, la resina solida raccolta dalle formiche e raccolta dalla brigata in estate nelle vicinanze di un formicaio in Valle. L'incenso affumica un ballon di Cognac, dove viene versato un caramello liquido di spugnole, che servirà a completare lo Chawanmushi: il piatto diventa una crème caramel invernale, salata, al profumo intenso e delicatissimo di bosco e di funghi, di grandi montagne dalle storie misteriose, di riti mistici e di tradizioni ancestrali.


Omaggio alla storia della Valle d'Aosta antica alle patate valdostane - Declinazione del Menù I love Aosta.

Ecco impiattata una colonna romana sul piatto, ideale evocazione dell'età romana antica in Valle d'Aosta. Il reperto archeologico - una colonna dal fusto scanalato completa di basamento, è scolpito in una patata valdostana gialla a buccia rossa, cotta nel midollo e nel lapsang poi appoggiata su un prato di polvere di erbe, polvere di moccetta e di tartufo nero grattugiato. Viene versata una salsa di senape, cetriolini e riduzione di panna. Alla base del capitello giace un tesoro aromatico da scoprire, a colpi di cucchiaio: un delizoso garum di caviale e di spezie, miele e salsa di pesce fermentato.


La trota in viaggio – Declinazione dal Menù Jolly

Una trota di Morgex (Aosta) servita in un sasso di porcellana scomposto in 4 livelli, per attraversare il mondo da Nord a Sud con diverse lavorazioni e gusti. Prima tappa: la trota viene marinata alle erbe è lavorata come nei paesi scandinavi per poterla conservare più a lungo quindi ammorbidita con burro mantecato alle erbe, uova di trota ed acetosella. Seconda tappa la Danimarca: la trota in carpione quindi fritta e marinata in una soluzione di aceto è servita su uno smorbrod, il pane di semi speziati molto condito con una maionese all'erba cipollina, grani di senape, ravanelli marinati nell'aceto di lamponi, capperi liofilizzati e foglie di aneto. Alla terza tappa del viaggio ci troviamo a Lione la trota si fa quenelle con salsa al vino bianco, perle di tapioca al finocchio e caviale. L'ultima tappa del viaggio ci porta nei paesi caldi del Sud America dove la trota diventa cevice Marinata all'arancia con cipolla, coriandolo e rafani freschi.


Ma l'igloo, che profumo ha? Declinazione del Menù I love Aosta.

La portata nasce da una domanda che si è posta Griffa, affiscinato dalle popolazioni del Grande Nord. Dentro ad un igloo di cosa sanno il ghiaccio, le pelli, la neve, il fuoco per l'affumicatura e per scaldarsi, il profumo iodato della pesca e quello pungente di pesci e carni messi ad essiccare? Che odore ha la vita sotto il ghiaccio? Certo la Valle d'Aosta non è terra di igloo veri e propri, ma durante le sue camminate nella montagna innevata, alla ricerca di bacche di ginepro e bacche di rosa canina, Griffa osserva spesso a lungo i piccoli igloo spontanei che si formano sotto le piante basse: là si nascondono conigli, galli cedroni e scoiattoli. L'igloo valdostano sa quindi di ginepro, di bacche, di selvaggina…

Viene quindi servito a tavola un ampio vassoio con igloo di gesso immerso nella neve e un martelletto che il commensale utilizzerà per spaccare la crosta dell'igloo e annusare prontamente il suo interno, immergendosi in un profumo di selvaggina e di erbe. Dentro all'igloo si trova un sedano rapa fondente ripieno di farcia di cinghiale, impacchettato per essere riparato dalla neve e dal "ghiaccio". Mentre il personale di sala scopre il fagottino di sedano, arriva dalla cucina un secondo vassoio con il piatto vero e proprio dove il sedano rapa verrà disposto su un crumble di pane e salvia fritta, una foglia di alloro separa le due metà del sedano rapa che eviterà che si attacchino in cottura, perché all'interno ogni metà è stata scavata e farcito di cinghiale sul quale viene disposto un centrino di batata (patate dolci americane) cesellata che ne decora la superficie. Sempre dalla cucina giunge una cialda con purea di Batate, albicocche candite, foglie di senape e piccoli germogli di pino: un assemblage armonico che viene posto dal cameriere sul sedano rapa, mentre il commensale vede completare il suo piatto quando riceve un fondo di cinghiale speziato. Il piatto viene dunque costruito passo passo proprio al tavolo, ogni dettaglio arriva uno dopo l'altro come se ci trovassimo in cucina al pass di Griffa, ma comodamente seduti al proprio tavolo.

 

Il Risotto Minimalista: un piatto Performance, di cui l'ospite è protagonista- Declinazione del Menù Arte

Griffa ha voluto approfondire l'essenza dell'arte minimalista e portarlo in cucina, arrivando alla profonda conoscenza della materia stessa. La ricerca del minimalismo deriva da una ricerca molto personale di analisi emozionale, che Griffa desidera condividere con gli ospiti del Petit. È proprio il commensale a compiere un gesto quasi da "performer", effettuando una mossa inconsueta, un breve rito introspettivo, radicale anche se apparentemente semplice. L'ospite è costretto a distinguere il sapore dall'odore: questo ultimo è parte fondamentale della degustazione e dell'approccio alla cucina in sé, nonostante sia spesso reputato secondario rispetto al gusto.

Al commensale viene servito un piatto di risotto senza grassi, bagnato- ma non mantecato- con distillato di faraona con la tecnica della distillazione per separare le molecole gustative solide dai profumo che sono molecole volatili, ottenendo un'acqua, un'essenza di puro profumo persistente - che viene utilizzato per cuocere un riso bianchissimo, profumato e molto leggero. Il distillato è la chiave della performance, il vettore della ricerca. Quando il piatto arriva in tavola, viene chiesto al commensale di chiudere il proprio naso con una molletta appositamente studiata, affinché possa assaggiare il risotto senza sentirne i profumi: il naso tappato permette soltanto di percepire il gusto del risotto e sembra alterare, o perlomeno ridurre, qualcuno altro dei sette sensi: in bocca si percepisce soltanto un sapore neutro, di amido, simile ad un riso bollito perché i sapori percepibili sono soltanto quelli del chicco di riso. Dopo pochi bocconi e su indicazione della sala sempre presente e vigile, l'ospite può sfilarsi la molletta per respirare appieno il profumo intenso del piatto. L'esperienza di degustazione cambia allora, immediatamente e radicalmente, trasmettendo serenità, plenitudine, confort.

 

Nella brigata e nella sala del Petit Royal : Paolo Griffa chef, Nicolò Talpo sous-chef, Titti Traina alla pasticceria. In sala Vadim Vasilevschi Maitre , Federica Tomasini, Alessandro Mantovani sommelier. 






Apertura

Da martedì a domenica, cena 19:30-21:30

Periodo di apertura da giugno a metà settembre e da dicembre ad aprile 



Grand Hotel Royal e Golf

via Roma 87 11013 - Courmayeur (AO) - Italy

https://www.hotelroyalegolf.com/


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