Autunno nelle Marche > Un itinerario per scoprire le terre del tartufo
AUTUNNO NELLE MARCHE:
UN ITINERARIO PER SCOPRIRE LE TERRE DEL TARTUFO
Con l'autunno si apre finalmente la stagione del tartufo, il prelibato cibo degli dei, e la Regione Marche occupa, in questo senso, una posizione senza dubbio di primo piano. Ad Amandola, in provincia di Fermo, e soprattutto nella provincia di Pesaro Urbino, tra Acqualagna e Sant'Angelo in Vado, Pergola e Apecchio, i "diamanti della tavola" esistono da sempre, e ottobre e novembre sono davvero i mesi giusti per assaporarli, anche grazie alle diverse Fiere del tartufo, organizzate proprio in questo periodo, che rappresentano i ritrovi dedicati tra i più famosi al mondo. Si tratta di una zona ricchissima di storia, cultura e di magnifica natura, che si intreccia con le origini di questo amatissimo alimento tanto apprezzato in tutto il mondo. Non è dunque tempo di rimpiangere lidi e spiagge, ma di prepararsi a scoprire una delle zone più belle e "gustose" della Regione Marche.
Per essere sicuri di poter fare dei buoni maccheroni, occorre innanzi tutto avere dei tegami adeguati. I piatti di cui io mi servo vengono da Napoli e si vendono sotto il nome di terre del Vesuvio. La preparazione dei maccheroni si divide in quattro parti.
La cottura della pasta. La cottura è una delle operazioni più importanti e occorre riservarle la più grande cura. Si comincia col versare la pasta in un brodo in piena ebollizione precedentemente preparato; il brodo deve essere stato passato a filtrato; si fa allora cuocere la pasta su un fuoco basso dopo avervi aggiunto alcuni centilitri di panna e un pizzico di arancia amara. Quando i maccheroni hanno preso un colore trasparente per il grado di cottura, vengono tolti immediatamente dal fuoco e scolati sino a quando non contengano più acqua; li si tiene da parte prima di essere sistemati a strati.
La preparazione della salsa. Sempre in un tegame di terracotta, ecco come va eseguita.
Per 200 g di maccheroni si metteranno: 50 g di burro; 50 g di parmigiano grattugiato; 5 dl di brodo; 10 g di funghi secchi; 2 tartufi tritati; 100 g di prosciutto magro tritato; 1 pizzico di quattro spezie; 1 mazzetto di odori; 1 pomodoro; 1dl di panna; 2 bicchieri di champagne. Lasciar cuocere a fuoco basso per un'ora circa; passare al colino cinese e serbare a bagnomaria.
La preparazione a strati. È a questo punto che si rende necessario il tegame in terra del Vesuvio. Dopo aver leggermente ingrassato con burro chiarificato e raffreddato il tegame, vi si versa uno strato di salsa, poi uno di maccheroni, che va ricoperto da uno strato di parmigiano e di gruviera grattugiati e di burro; poi un altro strato di maccheroni che si ricopre nello stesso modo; il tutto bagnato dalla salsa; poi all'ultimo strato si aggiunge un po' di pangrattato e di burro e si mette il tegame da parte per la gratinatura.
La gratinatura. Il difficile è far dorare il piatto per il momento in cui dovrà essere mangiato
Ingredienti: 75 g di parmigiano grattugiato; 55 g di pan grattato; 2 uova; 20 g di farina; noce moscata e limone a piacere. Per la fonduta: 100 ml di panna fresca; 10 g di pecorino.
Procedimento: versare in una ciotola pan grattato e parmigiano, uova, farina e noce moscata e limone a piacere. Amalgamare l'impasto e tenere in frigo per almeno un'ora. Nel frattempo, preparare la fonduta versando in un pentolino la panna fresca e il pecorino, mescolando senza mai portare a ebollizione. Nel frattempo, preparare un brodo di carne a base di vitello, gallina e verdure. Trascorsa un'ora, prendere uno schiacciapatate e versare l'impasto dei passatelli direttamente nel brodo in ebollizione. In una padella aggiungere la fonduta e tartufo a piacere; non appena vengono a galla, scolare direttamente i passatelli nella padella dove si è aggiunto il sugo e amalgamare velocemente.
L'ultima tappa di questo itinerario all'insegna del tartufo è Amandola, in provincia di Fermo. Immersa in un contesto naturale mozzafiato, tra le rive del fiume Tenna e i boschi, nel cuore del Parco dei Monti Sibillini, Amandola rappresenta uno dei più importanti centri storico-culturali dei Monti Sibillini. Dopo una passeggiata tra i vicoli antichi, tra Piazza Risorgimento, cuore del centro storico, e il santuario del Beato Antonio, da non perdere è Piazza Umberto I (anche detta Piazza Alta) che ospita un bellissimo belvedere a 360° con vista sul Parco Nazionale. Qui si potranno anche visitare il quattrocentesco Torrione del Podestà e il Teatro storico La Fenice, al cui interno sono conservati addobbi con medaglioni e putti in stile neoclassico. Non dimentichiamo infine il tartufo: il prodotto principe di questa zona è proprio il Tuber Magnatum, ovvero il Tartufo Bianco Pregiato dei Sibillini.
Con il tartufo non può mancare l'abbinamento con un buon vino: la provincia di Pesaro Urbino ad esempio è anche la terra del Pergola Doc, nelle sue tre tipologie di Rosso, Novello e Passito, dal sapore pieno e ben equilibrato, nonché del Colli Pesaresi nella sua variante dominante del rosso Sangiovese, dal colore rubino, più o meno intenso, e dal sapore asciutto e armonico. Ottimi accompagnamenti per gustare al meglio il favoloso cibo degli dei.
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